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Cronache di una maturanda: episodio 1

Aggiornamento: 4 ago 2023

Buonasera! Ritorno su questi schermi per raccontarvi dell'esperienza che più di tutte, probabilmente, segna il passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Stiamo parlando della maturità.

Come forse avrete visto alla televisione, sentito alla radio oppure letto sui social, oggi, mercoledì 21 giugno 2023, sono iniziati ufficialmente gli Esami di Stato a conclusione del II ciclo di istruzione. Tra i 536 mila studenti che quest'oggi, dalle 8:30, hanno sostenuto la prima prova di italiano, c'ero anche io. Lasciate che ve ne parli un po' :)!


In questo primo episodio di una serie di articoli che usciranno relativamente al tema "maturità", vorrei proprio concentrarmi sulla prima prova scritta, ossia il tema di italiano, che si è svolta oggi, indicativamente dalle 8:30 fino alle 14:30, per un totale di sei ore a disposizione per leggere le sette tracce fornite dal Ministero, sceglierne una, redigere la brutta copia e poi copiare tutto in bella.


Le tracce: tra aspettative e realtà

Seguiamo passo passo lo svolgimento dell'esame e partiamo dai documenti forniti. Per quanto riguarda la tipologia A (analisi di una poesia o di un testo in prosa), i papabili candidati erano Italo Svevo, dato che ricorre il centenario dalla pubblicazione di La coscienza di Zeno; Gabriele d'Annunzio, autore che non è mai uscito nel III millennio; così come Pirandello, Ungaretti e Montale. Per le altre tracce, era possibile l'uscita di temi come l'Intelligenza artificiale, la Guerra, la morte della regina Elisabetta II, il Fascismo o anche qualcosa sullo Stalinismo. Mai previsione si rivelò più errata. Per quanto riguarda la tipologia A, il Ministero ha selezionato la poesia "Alla luna nuova" di Salvatore Quasimodo e un frammento del romanzo "Gli indifferenti" di Alberto Moravia. A seguire, per la tipologia B, "L'idea di nazione" di Federico Chabod, un testo tratto da "Dieci cose che ho imparato " di Piero Angela e un altro tratto da "Intervista con la storia" di Oriana Fallaci. Infine, le tracce di attualità riguardavano una lettera aperta indirizzata dal mondo accademico e culturale all'ex ministro dell'Istruzione Bianchi; e il brano "Elogio dell'attesa nell'era di WhatsApp", da un testo di Marco Belpoliti.

Onestamente, non ho trovato queste tracce così interessanti o comunque non ce n'è stata nessuna che mi abbia fatto pensare subito "Scelgo questa perché ho effettivamente qualcosa da dire a riguardo". Ho immediatamente escluso quella la lettera indirizzata al Ministro perché mi sembrava poco chiara la consegna, così come ho dovuto rinunciare alle tracce della tipologia A perché non mi sentivo sicura ad analizzare dei testi di autori che non avevo studiato, anche se non sono necessariamente richieste delle previe conoscenze. Dopo un attimo di indecisione, ho scelto di scartare la traccia sull'attesa e di concentrarmi sulla traccia storica, cioè quella sulla nazione.


La mia traccia

Premettendo che Chabod è stato un autore che già in classe avevamo analizzato durante l'ora di storia e su degli argomenti simili, ho trovato questa traccia sul principio di nazionalità la più adatta ai miei interessi personali e, al tempo stesso, sapevo di poter includere nel tema alcuni argomenti trattati durante l'anno che potevano arricchire il mio elaborato. Infatti, oltre ad aver ripassato italiano per essere pronta nel caso in cui avrei scelto la tipologia A, ho rivisto anche abbastanza bene sia storia sia inglese; quindi, essendo fresca di ripasso, sapevo che in qualche modo le avrei potute inserire nel tema come collegamento. Per quanto riguarda il contenuto della traccia, il focus era sul principio di nazionalità, un concetto cardine per lo sviluppo degli eventi del XIX secolo, che Chabod associa ad altri due principi: quello di libertà politica e quello europeo. A proposito del primo, lo storico spiega come, in molti casi, fosse necessario raggiungere la libertà all'interno del proprio Stato prima di pensare all'indipendenza dallo straniero o all'unità nazionale. Per spiegare il secondo principio, Chabod sceglie Mazzini come esempio e dimostra come lui considerasse le nazioni elementi imprescindibili per la realizzazione dell'Umanità, che lui associa all'Europa.


Il mio tema

Per quanto riguarda la strutturazione della prova, era prevista una parte di analisi, che comprendeva quattro quesiti, e poi una produzione, dato che, vi ricordo, si tratta della traccia espositiva-argomentativa. Dunque, la prima parte del mio tema prevedeva la risposta alle domande di analisi. Infatti, veniva richiesto di realizzare un riassunto del testo, oltre a dover spiegare alcuni contenuti del testo in questione. Per quanto riguarda la produzione, veniva invece richiesto di dare la propria opinione sulla tesi sostenuta da Chabod e, in seguito, di parlare della propria idea di nazione portando degli esempi basati su letture svolte o sulla propria esperienza personale.

Dopo aver risposto alle domande, mi sono concentrata sulla parte in cui veniva richiesta la mia opinione. Innanzitutto, ho esplicitato di essere d'accordo con la tesi proposta da Chabod, anche se ritenevo che la visione proposta da Mazzini relativa a quello che lo storico definisce principio europeo fosse attualmente sorpassata e, quindi, dimostrasse il suo limiti. Tuttavia, è notevole il fatto che Mazzini, già nella prima metà del 1800, avesse idealizzato la formazione di una società di nazioni in cui tutte fossero libere e uguali. Di conseguenza, ho contrapposto il principio europeo mazziniano al pensiero del filosofo tedesco Herder (1744-1803) il quale sosteneva la superiorità della Germania sulle altre nazioni. Non si tratta di un'ideologia solo settecentesca dato che ci sono nazioni che, anche al giorno d'oggi, dimostrano delle mire espansionistiche su altri Stati. Di conseguenza, libertà e indipendenza non sono concetti così scontati e bisogna ancora lottare per la loro difesa. In merito al principio di libertà politica, invece, ho parlato del fatto che il cambiamento sia veramente possibile solo nel momento in cui i cittadini ordinari si rendono conto che esso sia necessario, quindi agiscono e credono nella possibilità di migliorare la propria condizione. Per sostenere la mia tesi, ho usato come esempio Fichte, il quale viene comunemente opposto a Herder. Egli, infatti, non sostiene che la propria nazione fosse superiore alle altre, ma ritiene che l'istruzione giochi un ruolo fondamentale per sviluppare un senso di appartenenza alla nazione. Di conseguenza, ho parlato, in generale, dell'importanza dell'istruzione per sviluppare il sentimento di appartenenza alla nazione e, al tempo stesso, per mantenere vivi valori, quali libertà, uguaglianza e indipendenza. Per ultimo, ho sottolineato la necessità di creare una memoria storica comune e affidabile che ci ricordi qual è stato il processo che ci ha resi cittadini liberi in Stati indipendenti e sovrani.


Altre ed eventuali

Nonostante la maturità sia sicuramente un'esperienza soggettiva e, ovviamente, ognuno la vive a proprio modo, mi sembra giusto parlare anche di come mi sono sentita prima e durante la prova. In complesso, durante l'anno, i miei professori non hanno mai descritto l'esame come un'esperienza terribile o negativa e, soprattutto, non ci hanno mai detto la fatidica frase "Siete in 5^, dovete studiare ché a giugno avete l'Esame di Stato". Di conseguenza, nonostante un po' di normale agitazione (che accompagna tutti gli esami, d'altronde), mi sentivo molto tranquilla, sia nei giorni precedenti - tanto che mi sono preoccupata di non essere agitata - sia durante lo svolgimento della prova stessa. In particolare, avevo la consapevolezza di avere delle capacità e di saperle esprimere, e questo mi ha sicuramente aiutata tanto. Inoltre, come ci ha detto una prof parlando del fatto che fossimo un po' agitati, com'è normale che sia, all'approssimarsi dell'inizio dell'esame, tutti sappiamo scrivere e la prima prova non è il primo tema che facciamo, così come abbiamo già fatto altre comprensioni e produzioni in lingua inglese (la mia seconda prova), quindi ci ha consigliato di stare tranquilli perché non è nulla al di sopra di ciò che sappiamo fare. Infatti, ormai a un terzo del mio percorso di uscita, mi sento di rassicurare i futuri maturandi del fatto che andrà tutto per il meglio. Non si tratta della solita frase fatta, ma vi posso assicurare che il fatto di stare insieme ai vostri compagni (alcuni dei quali magari li vedrete per l'ultima volta), tutti concentrati e in religioso silenzio mentre scrivete, vi fa sentire parte di un organismo solo e tutta la tensione di colpo svanirà. Sentirete proprio tutto il peso di cinque lunghi anni alleviarsi e poi sparire e vi troverete faccia a faccia con il vostro futuro, con i vostri sogni e con i vostri obiettivi. Non abbiate fretta di consegnare, prendetevi il vostro tempo e non importa se sarete gli ultimi perché dimostrate di tenere a ciò che state facendo. Soprattutto, vivetevi ogni momento. Personalmente, devo dire che l'esperienza della maturità mi sta anch'essa cambiando. Da una parte, vorrei aver già finito tutto ed essere in vacanza, ma, dall'altra, sento che vivere quest'esperienza è un onore e una grande fortuna perché mi permette di dimostrare, per un'ultima volta, ciò che so fare e, soprattutto, chi sono. Inoltre, mi sento carica per le prossime prove (anche se un po' di agitazione per l'orale c'è sicuramente) e voglio proprio terminare questo percorso con la consapevolezza di aver dato tutto ciò che potevo dare.


Prossimamente, uscirà sicuramente un articolo sulla seconda prova e, quando tutto sarà terminato, vi racconterò ovviamente anche del mio esame orale perché sono anche la prima della mia classe ad essere sentita dato che è stata estratta la M. Intanto, se anche voi volete parlarmi della vostra esperienza, vi lascio attivi i commenti. Tanti bacini, Rolling Giada <3

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