top of page

Valle Aurina: natura, avventura e buon cibo

Aggiornamento: 4 ago 2023

Ciauuu! Ma quanto caldo faa?? Mi sto sciogliendo! Voi, invece, come state? Siamo arrivati quasi a metà agosto, il che vuol dire che molti di voi saranno già sotto all'ombrellone in qualche località turistica oppure che vi starete godendo il fresco della montagna. Altri ancora può darsi che abbiano scelto una città d'arte come meta per le proprie vacanze. Ovunque siate, sappiate che Rolling Giada è con voi e vi vuole raccontare di una giornata trascorsa in Valle Aurina, una valle appartenente alla provincia di Bolzano.


Come scrissi già in qualche articolo passato, pratico ciclismo ormai da qualche anno e, nel weekend dal 22 al 25 luglio, si sono tenuti in Val Casies (BZ) i campionati italiani XCO ai quali ho partecipato. Raggiungemmo la valle già il giovedì in modo da provare il percorso e venerdì ci dedicammo al riposo e alla visita di alcune località nelle vicinanze.


Innanzitutto, devo puntualizzare che non eravamo riusciti a trovare un appartamento in Val Casies, quindi alloggiavamo nel paesino di Villabassa che si trova più a sud e dista solo una ventina di minuti in auto. Facemmo colazione con pane e marmellata (pagata un'esagerazione per i prezzi a cui siamo abituati) e poi scegliemmo la destinazione tra le tante località turistiche della zona. Alla fine, la scelta ricadde su Brunico e ci avviammo in macchina verso la cittadina bolzanina. Il venerdì la città ospita il mercato contadino e fu veramente piacevole e rilassante camminare tra le bancarelle di prodotti locali, tra i quali miele, formaggi e funghi i quali suscitarono un certo languorino nello stomaco di mia sorella. Brunico è una città veramente incantevole e va assolutamente visitata a piedi o in bicicletta.

Percorremmo il cosiddetto Vicolo Posteriore e da qui ci immettemmo in Piazza dell'Università, un angolo molto tranquillo e dall'architettura moderna sul quale si affaccia il campus dell'università libera di Bolzano di Brunico. Svoltato l'angolo prendemmo la Via Centrale sulla quale si affacciano case, negozi e locali dai raffinati colori pastello e decorati con moltitudini di fiori alle finestre. Percorremmo tutta la via fino alla Ragentor oppure Porta Ragen attraversata la quale iniziammo la salita per raggiungere il Castello di Brunico seguendo il Vicolo Castello. Suggerisco di lasciarvi guidare dalle segnalazioni perché ci sono moltissimi sentieri percorribili a piedi e che sono curati e assolutamente praticabili. Dalla porta al Castello sono pressappoco 10 minuti di camminata in leggera salita e una volta arrivati alla fortezza è possibile visitare il Messner Mountain Museum Ripa, cosa che noi

abbiamo saltato anche se si prospettava una visita interessante.

Scegliemmo, invece, di dirigerci verso il Cimitero di Guerra Austro-ungarico di Brunico. Attraversammo un ponte e, dopo qualche rampa di scale, arrivammo di fronte a questo commovente luogo di sepoltura, caratterizzato dal rispettoso silenzio dei visitatori, da 792 croci legnose di cui 669 di soldati austro-ungarici, 103 di prigionieri di guerra russi, 13 serbi e 7 rumeni; e dalla presenza simbolica e accogliente della natura. A partire dal 1919 e ancora oggi, sono le donne del Frauenkomitee Waldfriedhof Bruneck che si occupano della cura e della manutenzione di questo cimitero che, infatti, è tenuto in ottime condizioni. Penso che per l'importanza e il valore di questo luogo non ci sia altro da aggiungere se non una visita perché è stato un luogo in cui ho avvertito la presenza di qualcosa di soprannaturale e ho appreso l'importanza del sacrificio dei soldati che hanno combattuto nella Prima Guerra Mondiale.

Ormai scaduto il tempo del parchimetro, lasciammo la più importante città della Val Pusteria e ci

dirigemmo verso la Valle Aurina. Lungo la strada, trovammo uno spiazzo, parcheggiammo e decidemmo di raggiungere a piedi il Castello di Tures tramite Via Castello di Tures, che è percorribile anche in macchina. A circa metà salita trovammo degli scivoli naturali formatisi grazie all'azione di erosione dei ghiacciai dove tutti ci divertimmo a scendere di culo. Ripresa la marcia, imboccammo un sentiero che ci condusse più velocemente fino al castello dove bevemmo un po' di acqua e ci riposammo. Poi, proseguimmo per una strada abbastanza pianeggiante fino ai masi che si trovano poco dopo seguendo una strada forestale dove ci sono anche pannelli informativi e interattivi.

Lasciammo Campo Tures e riprendemmo la marcia verso il fondovalle dove mio papà voleva raggiungere il museo delle miniere di Predoi perché pensava di esserci stato in moto. Sfortunatamente, aveva dei ricordi sbagliati e, proseguendo per la principale, imboccammo una strada forestale che si inerpicava per i monti verso il confine austriaco. Dunque facemmo inversione di marcia e tornammo verso Campo Tures.

Giunta l'ora di pranzo, iniziò la caccia al canederlo che andava avanti già dal nostro arrivo in provincia di Bolzano. Ci fermammo circa a metà della Valle Aurina presso il Taro Grill Bar, un fast food dall'offerta non così illimitata, ma dalla qualità altissima. Io presi un Crispy-Chicken Burger, sbagliando ahah. Avrei molto di più preferito prendere il Camembert con verdure alla griglia, ma non volevo far spendere un sacco ai miei, quindi ho preso la prima cosa che mi è capitata sotto agli occhi quando la cameriera arrivò a prendere le ordinazioni. Molto appetitoso (e super consigliato) è il Burger Del Contadino che prese nostro papà, così come gli spicchi di patate e l'insalata di patate.

Finito di pranzare, riprendemmo la marcia e per riposarci un po' ci fermammo al Wasserpark Luttach che ci incuriosì per le sue statue lignee che si vedono dalla strada. Non solo trovammo una fontana di acqua fresca per dissetarci, ma scoprimmo anche un percorso Kneipp e delle piscine con giochi molto frequentate. Ci divertimmo un mondo sulle attrazioni di questo parco e trascorremmo un'ora di tranquillità e riposo con i piedi in ammollo nell'acqua fresca. Forse esagerammo un po' perché Valentina si bagnò i pantaloni, per cui una volta lasciate le vasche fummo costretti ad andare a comprare un paio di pantaloni nel vicino negozio di abbigliamento. Anche perché non avrebbe potuto fare l'esperienza più adrenalinica dell'intera vacanza: la fly-line.

Tornammo a Campo Tures e questa volta seguimmo le indicazioni per le Cascate di Riva. Una passeggiata lievemente in pendenza porta alla prima delle tre cascate, mentre per raggiungere le altre due bisogna fare un po' di salita, percorrendo il sentiero di San Francesco che vede la presenza di statue e installazioni riportanti alcuni passi del "Cantico delle creature". Finalmente, dopo una veloce scalata raggiungemmo il punto di partenza della Fly-line e da lì ci lanciammo! Fu un'esperienza veramente adrenalinica e avventurosa. Il percorso è di 850 m, si scende di oltre 200 m e dura circa 5 minuti. Si passa tra gli alberi a stretto contatto con la natura e, per un breve tratto, si passa sopra il fiume che crea le tre cascate, oltre ad attraversarlo per giungere al punto di arrivo.

Visto che all'andata avevamo avuto fretta di raggiungere la partenza della fly-line prima dell'orario di chiusura, ci fermammo ad osservare la prima cascata prima di incamminarci verso il parcheggio. Giunti all'inizio del percorso, inoltre, ci fermammo per sorseggiare una coca cola fresca al Riva Wasserfallbar.

Lungo la strada verso il nostro appartamento, facemmo una breve sosta in un supermercato per acquistare un po' di prodotti freschi e poi rientrammo a Villabassa. Dopo una doccia calda e una cenetta energizzante, uscimmo di casa e raggiungemmo il centro del paese, dove era in programma una serata animata dalla banda locale. Fu una serata davvero magnifica in cui vennero suonate melodie locali e mi piacque molto l'importanza dell'appartenere ad una comunità e l'odore di tradizione che si respirava.


1 visualizzazione0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page