Vacanze 2021: Siena e dintorni, Barga e dintorni
- Rolling Giada
- 31 lug 2021
- Tempo di lettura: 17 min
Aggiornamento: 7 ago 2023
Ciao a tutti! So che non è da molto che ho pubblicato un blog, ma volevo comunque parlarvi della settimana che ho trascorso in Toscana, dato che ogni hanno vi ho parlato dei viaggi che ho fatto durante le mie vacanze estive. Detto questo, ci tenevo a farlo anche questa volta perché è stata una vacanza che mi è piaciuta parecchio e che mi ha permesso di conoscere veramente il territorio e le tradizioni locali. Spero di non avervi già annoiati perché ho ancora tanto da raccontarvi!
Il nostro viaggio comincia mercoledì 30 giugno. Ci alzammo molto presto, a dire il vero, ma solo per evitare di trovare code in autostrada, cosa che invece fummo costretti ad affrontare dato che si era verificato un incidente. Ma niente paura, Google Maps alla mano e tanta pazienza ci permisero di trovare una strada alternativa: uscimmo dall'autostrada e, vagando un po' per le strette stradine di campagna emiliane, riuscimmo ad evitare l'ingorgo, anche se di tempo ne perdemmo comunque parecchio rispetto alla nostra tabella di marcia iniziale. Rientrati in autostrada, riuscii a vedere la cupola del duomo di Firenze (una città che spero di riuscire a visitare al più presto), poi ci fermammo ad un'area di sosta per un caffè e una pausa bagno e dopo riprendemmo il viaggio in direzione Siena, anche se la nostra prima tappa era Colle Val d'Elsa.
Arrivammo in questo comune senese verso l'ora di pranzo per cui, appena scesi dalla macchina, decidemmo di consumare le nostre paste fredde, anche se io mangiai della quinoa con zucchine grigliate, formaggio e pomodori perché ovviamente devo differenziarmi dagli altri. Finito di pranzare, visitammo la cittadina che è ricca di storia in ogni suo vicolo e ci fermammo per prendere una bibita fresca in una piazzetta ventilata da cui si gode di una bellissima vista. Dopodiché, andammo in macchina fino alla Chiesa di Santa Maria Assunta dove si può tranquillamente parcheggiare in una zona residenziale abbastanza ombreggiata, e da qui, dopo aver attraversato il Ponte di Spugna, raggiungemmo a piedi l'entrata al Parco Fluviale dell'Alta Val d'Elsa, dove comincia il SentierElsa cioè un percorso di 4 km quasi interamente pianeggiante ad eccezione della prima parte che costeggia il fiume Elsa, per l'appunto, e che porta fino al Ponte di San Marziale. Vi consiglio vivamente di fermarvi e concedervi al flusso calmo e fresco del fiume, abbandonandovi alla natura e alla vita che vi circonda: in una calda giornata estiva è quello che ci vuole! Il percorso è molto frequentato questo lo ammetto, ma è adatto soprattutto per giovani e famiglie perché permette di divertirsi, passare del tempo a contatto con la natura e apprezzare il territorio. Inoltre, l'area è in ottime condizioni, segno che c'è una costante attenzione e manutenzione. Questo luogo mi è davvero entrato nel cuore perché è pacifico, nonostante sia frequentato, ed è un'esperienza da non perdere <3!

Successivamente, riprendemmo la macchina e ci dirigemmo a Monteriggioni, uno dei borghi più antichi e più noti d'Italia: la sua origine risale infatti al VIII secolo a.C. e la cittadina fu conosciuta anche da Dante, dato che la nomina nel XXXI canto dell'Inferno, paragonando l'imponenza delle sue 15 torri di cinta ai Giganti infernali. Lungo la strada, però, ci fermammo ad ammirare il Castello della Chiocciola, che ora è un Bed&Breakfast, ma ha origini Duecentesche e Rinascimentali. Il casale è completamente circondato dalla campagna senese e gode di una pace e di una vista mozzafiato che ricorda i film americani ambientati in Toscana. La cittadina fortificata è davvero un gioiellino perché le mura circonstanti sono conservate benissimo (tanto che si possono visitare) e all'interno presenta un delizioso borghetto di case basse in pietra che sembrano risalire al medioevo stesso. Dato che i parcheggi vicini alla porta Franca (o Romea perché posta in direzione di Roma) erano tutti al sole, lasciammo la macchina di fianco al municipio e poi percorremmo a piedi una breve, ma ripida salita per giungere alla porta di Ponente, dove si trova un'iscrizione dei due canti dell'Inferno in cui si cita il borgo, da dove accedemmo.
Dopo la visita al borgo, riprendemmo la strada per Siena dove, verso le 18:30, raggiungemmo, non senza perderci, il B&B La Verbena (si trova in Strada della Tressa, 4 C, Siena) dove soggiornammo per le successive due notti. Tempo di fare una doccia e di rilassarci un attimo, lasciammo nuovamente l'alloggio e andammo a cenare al Ristorante Pizzeria La Capannina (Via Cassia Sud, 224, Siena). Qui prendemmo tutti la pizza e devo ammettere (e non mi pagano per farlo, LOL) che è forse la più buona che io abbia mai mangiato. Dopodiché, decidemmo così su due piedi di andare a visitare Siena di notte. Questo era, infatti, un sogno di mia mamma ed è stato in una notte come quella che capii quanto sono fortunata a poter viaggiare e a poter scoprire cose nuove. La città mi sedusse: stetti almeno un quarto d'ora ad ammirare la torre del Mangia e il palazzo civico (che tra l'altro avevo studiato a scuola) dalla Piazza del Campo e mi sentivo così piccola in quel luogo, ma al tempo stesso ero così felice e leggeraaa che avrei potuto volare! Ragazzi, stupendo, non c'è altro da dire. Poi, girammo a casissimo, come piace fare a me :)), per le strade del centro e una cosa che amai e per la quale mi trasferirei subito a Siena (non posso, tranquilli) è la vitalità che c'è: ti basta girarti un attimo per vedere giovani ai tavoli del sushi a parlare, poi musica che esce dalle casse di un pub ancora aperto, vecchietti o innamorati che passeggiano, padroni che portano a spasso il cane... E' stata quella sera che capii quanto ci ha tolto il Covid, ma anche quanto alla fine ci ha regalato come l'apprezzare ogni momento.
Giovedì 01/07 ci svegliammo relativamente presto perché dovevamo fare colazione e partire per fare la prima parte delle Strade Bianche senesi possibilmente prima del caldo. Mangiai quindi un panino con maionese, pomodoro, fontina e cotto in un bar-pasticceria che ci aveva consigliato il proprietario del nostro B&B perché era appena sopra la struttura e poi, dopo uno shooting pre partenza, lasciammo la periferia senese per raggiungere Piazza della Libertà che è più o meno vicino alla Fortezza Medicea perché si da il caso che non ci arrivammo mai ahah! Ok, allora non starò a raccontarvi per filo e per segno tutto il percorso perché mi perderei e non me lo ricordo neanche, comunque, a parte i primi km che erano tutti sulla strada provinciale abbastanza frequentata, dopo aver imboccato il primo segmento sterrato che era fiancheggiato da un campo di girasoli è stato un continuo passare da asfalto a strada bianca e viceversa.
Il primo stage del percorso ci condusse fino a Buonconvento e ci fermammo quasi a 80 km. Qui ci aspettava mia madre con la macchina ed arrivarci, per lei, è stata una vera e propria odissea perché la batteria della macchina ci lasciò a terra e quindi dovette chiamare una carrozzeria che la raggiunse, attivò la macchina, la portò a cambiare la batteria e finalmente poté mettersi in marcia per la città. A Buonconvento, consumammo anche il nostro pranzo, ovvero paella per me e pane e prosciutto per i miei e mia sorella, dopo ci riposammo un po' all'ombra e visitammo la cittadina che appartiene al circuito dei borghi più belli d'Italia e presenta anch'essa una cinta muraria che la circonda.
In seguito, il nostro itinerario improvvisato ci portò a Montalcino, l'incantevole borgo medievale conosciuto soprattutto per il Brunello, un vino la cui produzione richiede almeno cinque anni di invecchiamento e le cui viti cresco lungo i dolci pendii del colle sul quale si innalza la Rocca che domina il panorama circostante e che fu fatta erigere nel 1361 per segnare il passaggio della città sotto il dominio di Siena. Oltre a girare per le viuzze della città, entrammo nella Cattedrale di San Salvatore e dal piazzale antistante si può godere di un magnifico panorama, poi ci spostammo più a Nord e, nello specifico, andammo alla Chiesa della Madonna del Soccorso che offre un ottimo punto panoramico ombreggiato su Siena e sul territorio circostante. Infine, tornati sui nostri passi, entrammo nella Rocca, le cui mura sono visitabili, che fu l'ultimo baluardo della Repubblica senese come reca una targa all'interno della piazza.
Lasciato questo borghetto arroccato, andammo a visitare le crete senesi e, lungo il tragitto, vedemmo un altro posto ancor più arroccato cioè l'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore e decidemmo di fermarci. Inutile dire che è un luogo di grande spiritualità nel quale il silenzio, la pace e la tranquillità sono sacri, vidi però un luogo dove ritrovare se stessi, nonostante non sia credente. Si tratta di un'abbazia in parte visitabile, immersa nel verde, a cui si arriva dopo una scesa di qualche minuto. L'abbazia fu fondata nel 1319 da Bernardo Tolomei, Patrizio Patrizi e Ambrogio Piccolomini, tre nobili senesi che decisero di abbandonare lussi e ricchezze per ritirarsi in solitudine e vivere secondo la regola benedettina. Il complesso sorge nell'area chiamata "Acona" che è un luogo delle Crete Senesi caratterizzato da dei maestosi calanchi. Pur essendo ancora abitata da monaci olivetani, è possibile visitare il chiostro, che ospita un ciclo di affreschi con le storie di San Benedetto, e la chiesa. Inoltre, i monaci vendono anche i loro prodotti dato che hanno un'erboristeria, una liquoreria e un'azienda agricola.
Lasciate la pace e la tranquillità dell'abbazia, la nostra idea era di proseguire fino a Chiusure che è una delle città dell'itinerario senese ma, dato che era ormai tardo pomeriggio, decidemmo di rientrare al nostro B&B a Siena. Lungo la strada, però, non riuscimmo a resistere all'attrazione dei paesaggi collinari sui campi coltivati a frumento del territorio, quindi ci fermammo al Punto Panoramico sulle Crete Senesi che si trova ad Asciano e lì il mio cuore deve aver perso qualche battito perché la vista agreste era magnifica.
Arrivati in stanza, ci facemmo una doccia veloce e, dopo esserci preparati, raggiungemmo a piedi l'Osteria Il Tocco che dista 2 minuti a piedi dal B&B. Il gestore dell'albergo, infatti, ci aveva consigliato questo posto la sera prima perché, trattandosi di un'osteria, è possibile mangiare i piatti tipici della tradizione senese tra cui troviamo i pici, una specie di spaghettone più largo, che a Siena si mangiano nella versione cacio e pepe oppure all'aglione. Diffidate del nome di questa seconda famosa opzione perché si tratta di un aglio coltivato nel sud della Toscana che si presenta più grande rispetto all'aglio classico, ma il cui sapore è molto più delicato tanto che i pici all'aglione si definiscono anche "a prova di bacio". In questa osteria, prendemmo tutti i pici: io e papà li abbiamo presi del Tocco, cioè cacio, pepe e salsiccia, mentre Vale e mamma sono andati sul classico prendendoli solo cacio e pepe. Ammetto che ho sempre guardato storcendo il naso la pasta cacio e pepe romana perché pensavo sapesse troppo da formaggio di capra e da pepe; ma i pici preparati in questo modo sono deliziosi, credetemi: la crema di cacio era cremosa al punto giusto e il sapore del pepe non è così forte come pensavo. Nonostante le mie insistenze, questa sera, ahimè, non andammo in piazza del Campo in notturna un'altra volta, ma subito andammo a dormire.
Il giorno dopo la musica fu sempre la stessa: sveglia presto per fare colazione e poi tornare velocemente a Buonconvento. Ci fermammo di strada al bar chiamato La sosta del pellegrino che si trova lungo la Strada Cassia Sud ad Isola d'Arbia. Presi un triangolo (credo sia una specie di tramezzino) con pomodoro, mozzarella e insalata, un succo di mirtillo e un cappuccino, facemmo colazione e poi lasciammo il bar. Giunti a Buonconvento, riprendemmo la via delle Strade Bianche per percorrere i restanti kilometri che erano più o meno una sessantina. Tornammo indietro seguendo la Strada Regionale 2 fino a Monteroni d'Arbia e poi imboccammo Via di San Martino, una strada sterrata immersa nella natura, tanto che non abbiamo trovato quasi nessun mezzo ad eccezione di due turisti probabilmente americani, sulla quale si snoda uno dei segmenti sterrati della gara. Inutile dire che le emozioni e gli stati d'animo che provavo mentre pedalavo erano di gioia allo stato puro, soddisfazione e appagamento, oltre all'incanto che il panorama circostante suscitava in me. Proseguendo, passammo anche per Montaperti, località del comune di Castelnuovo Berardenga che avevo studiato in italiano perché nel 1260 vi era stata una battaglia fra guelfi fiorentini e ghibellini senesi e che mi è piaciuto visitare per tessere un legame tra insegnamento e vita reale. Dopo altri chilometri spesi pedalando, finalmente raggiungemmo la meta della competizione: Piazza del Campo! Vederla alla luce del sole fa tutto un altro effetto rispetto alla sua versione notturna, ma è altrettanto bella, poi ci spostammo per fare qualche foto al Duomo, un edificio che mi sarebbe piaciuto poter visitare internamente perché è una cattedrale romanica-gotica del XIII secolo la cui facciata ricorda la Cattedrale di Notre-Dame di Parigi per i suoi marmi bianchi e neri disposti a fasce, per le sue guglie e per i suoi pinnacoli rivolti verso l'alto. L'adorai completamente!
Visitata velocemente in bici la città, ci ricongiungemmo con mia mamma e pranzammo alla Paninoteca Da Polpo in cui ho avuto veramente una pessima esperienza. Dopodiché, raggiunsi la macchina e mi cambiai per tornare in centro a farmi fare delle foto dato che non ne avevo praticamente quasi nessuna essendoci stati solamente di notte, ma dato che nessuno voleva farmele (:((() dovetti rinunciare e lasciammo Siena a malincuore. HO ADORATO QUESTA CITTA'! Ho il rammarico di non aver potuto ammirare l'Affresco del Buono e del Cattivo Governo in Città e in Campagna di Ambrogio Lorenzetti che si trova nella Sala dei Nove, poi il Duomo, il palazzo comunale, la torre del Mangia... insomma, ci sarebbero state moltissime esperienze che avrei voluto fare, ma nulla e ripeto nulla mi farà desistere dal ritornarci il più presto possibile.
Come dicevo, lasciammo Siena subito dopo aver pranzato perché ci attendevano all'incirca altre 3 ore di macchina per raggiungere Barga, un comune che si trova in provincia di Lucca. La strada era lunga e per questo, in prossimità della nostra meta, decidemmo di sostare al Ponte del Diavolo che si trova a Borgo Mozzano. Questa struttura architettonica, conosciuta anche come Ponte della Maddalena, risale al 1100 d.C. e veniva utilizzato dai pellegrini per oltrepassare il fiume Serchio. Secondo la leggenda, questa struttura fu costruito da San Giuliano che, non riuscendo a completarlo per l'eccessiva difficoltà, chiese aiuto al diavolo, promettendogli in cambio l'anima del primo essere vivente che vi fosse passato sopra. Una volta terminato il ponte, San Giuliano vi tirò sopra un pezzo di focaccia, attirandovi un cane e beffando così Satana. In effetti, il ponte è veramente molto ripido da salire e questo potrebbe far pensare ad un intervento magico. Di fronte al parcheggio, si trova un'ottima osteria di cui approfittammo per bere qualcosa di fresco: le proprietarie sono due donne deliziose e la vasta offerta di prodotti locali che offre vi farà venire l'acquolina in bocca. Riuscimmo anche a comprare, infatti, il pane di patate chiamato "garfagnanino" che è un alimento povero e saziante tipico della Garfagnana.
In circa mezz'ora raggiungemmo l'immensa tenuta de Il Ciocco a Barga, dove si trovava il nostro hotel per le prossime due nottate. Il problema di avere un parco così grande è che non riesci a trovare la reception! Non sto scherzando: innanzitutto entrammo nella Renaissance Tuscany, l'hotel a 4 stelle che si trova nella stessa proprietà, dove la receptionist ci disse che avevamo sbagliato reception e che dovevamo proseguire ancora perché l'hotel era dopo; dopodiché proseguimmo fino quasi alla Taverna dello Scoiattolo, cioè la baita a oltre 900 m di altitudine, perché il cartello che abbiamo visto aveva delle frecce con un'angolazione che poteva causare un po' di confusione. Tranquilli, dopo esserci trovati quasi su un sentiero di montagna con una Dacia Duster ci girammo e tornammo indietro. Suscitammo anche un certo stupore anche in un signore romano che stava lavorando lì, il quale ci indicò molto meglio dove girare per la reception. Fortunatamente fare il check-in non è così difficile per cui in poco tempo arrivammo alle camere, ci lavammo, godemmo un po' di relax immersi nella natura del parco e poi ci preparammo per raggiungere a piedi il ristorante d'eccellenza dell'hotel: la Locanda alla Posta!
Adoro i locale raffinati, ben arredati e in cui puoi puoi sentirti a casa pur essendo in un luogo pubblico e in questo ristorante è stato così: fortuna che mi ero vestita bene! La qualità dei piatti e degli ingredienti utilizzati per prepararli è ai massimi livelli, la location è unica, il personale di sala gentile e super disponibile a soddisfare ogni dubbio: dopo una descrizione così credo abbiate capito che mi sono innamorata di questo ristorante e che lo vorrei a casa mia perché mi sogno quello che mangiai anche di notte! Ovviamente, non può mancare una foto dei piatti che mangiammo: una è quella del Risotto alle verdure del Podere Biagi mantecato al "Raschera" DOP d'alpeggio e nocciole che mangiai entrambe le sere e che trovai un opzione vegetariana strepitosa; mentre l'altra è il piatto di Mammoli di patate Viola con Bagiolo e Zafferano Filecchio e Crumble di Salsiccia che presero mio padre e mia sorella! Mi trovavo in paradiso!!!
Sabato 03 luglio fu una giornata dedicata al relax, per quello che si può intendere con questa parola così suggestiva. Posticipammo la sveglia alle 7:00 (!) e riempimmo subito le nostre riserve energetiche con una ricchissima, deliziosa e nutriente (?) (anche calorica) colazione, ma regà, dopo abbiamo scarpinato un bel
po' quindi ci sta tutto. Di seguito, vi faccio una lista, a titolo solo ed esclusivamente indicativo, di ciò che mangiai, alé:
- 1 yogurt alla pesca e albicocca;
- crostata al cioccolato (credo 2 fette); - 1 1/2 brioche con Nocciolata;
- Valdostana al prosciutto e formaggio (veramente bona ;)) - succo d'arancia fresco; - 1 cappuccino. Ovviamente vi allego la foto che, anche se non rende, magari vi metterà un po' di appetito.
Partimmo verso le 08:00 per andare a visitare Barga, la località più visitata e importante della Garfagnana che è anche inserita nella lista dei Borghi più belli d'Italia. Perdendoci per le sue pittoresche e strette vie, scendemmo fino al Ponte dell'acquedotto. Esso risale alla seconda metà del XIV secolo e fu l'unico ponte di Barga che i tedeschi non fecero crollare, probabilmente per il suo valore storico e architettonico, durante la Seconda Guerra Mondiale. Risaliti in città, dato che il ponte è poco fuori dal centro, salimmo fino alla Collegiata di San Cristoforo che si trova in cima al rilievo su cui sorge il borgo ed è uno dei migliori esempi di architettura romanica in tutta la Toscana. Lo visitammo internamente ed è veramente una meraviglia, ricordatevi però di accendere le luci (a pagamento) la cui durata è di 5 minuti. L'elemento che più mi è piaciuto nonostante le numerose e bellissime opere d'arte è l'ambone sostenuto da quattro colonne marmoree, due delle quali presentano due leoni a sostenerle: quello a sinistra artiglia un drago, mentre l'altro sta artigliando un uomo. Inoltre, una terza colonna del pergamo è sostenuta da un telamone. Usciti dal duomo non si può non notare un'incisione a fianco del portale, sulla destra, che ci fece incuriosire. Informandomi, sono riuscita a scoprire che si tratta di una scritta ancora indecifrata, ma che compare anche in altri luoghi di culto e sulla quale si sono fatte molte teorie senza riuscire a decifrarla. Se siete interessati o questo mistero vi ha incuriositi, vi lascio questo link che potrebbe fare al caso vostro. Ci incamminammo, poi, verso il Caffè Capretz, un locale storico della città poiché in questo caffè, nel 1905, Giovanni Pascoli si incontrò con alcuni amici intimi e la sorella Mariù per festeggiare la sua partenza per Bologna dove avrebbe ricoperto, all’Università, la cattedra che era stata del Carducci. Infatti, sulla terrazza è possibile vedere un’epigrafe dettata dal Poeta. Qui, bevemmo un caffè godendo di un'ottima vista sul borgo e i suoi dintorni e poi, usciti dalla Porta Reale, ci mettemmo nuovamente in marcia per raggiungere Castiglione di Garfagnana.
Su suggerimento della ragazza dell'Infopoint di Barga, raggiungemmo questo antico accampamento romano che al giorno d'oggi si presenta come una fortezza medievale circondata interamente da una cinta muraria. Il borgo sembra immenso, ma in verità è possibile visitarlo in un'oretta, dato che è completamente percorribile a piedi ed offre degli scorci molto suggestivi. In via Guglielmo Marconi, ovvero la strada che costeggia la fortezza e che dovrete percorrere per raggiungere il parcheggio, si trovano numerosi bar e osterie, vi consiglio, e fidatevi di me perché ne vale la pena, di fermarvi all'alimentari Sisti &Co. Da fuori direste che è una botteghetta su e su, ma vi giuro che il tagliere di pane locale, formaggi e salumi tipici che ci hanno portato era una delizia. Per digerire il nostro pranzo semplice ma tipico, prendemmo il sentiero di 600 m che dal parcheggio conduce al Ponte Medievale. La passeggiata è ben segnata, prima si costeggiano delle case e poi ci si addentra nel bosco fino ad arrivare in prossimità del ponte che è possibile raggiungere anche in macchina tramite una strada asfaltata. Finita la vostra fatica e raggiunta la meta, approfittate dell'acqua fresca e della tranquillità di questo luogo per riposarvi un po' e godervi la natura.
Dopo essere tornati alla macchina che era diventata un forno, proseguimmo il nostro percorso andando a visitare Castelnuovo di Garfagnana dove speravamo di trovare i necci, un dolce che abbiamo scoperto solamente dopo, cioè durante la visita alla casa museo di Pascoli, essere invernale preparato con acqua, farina di castagne e un pizzico di sale e accompagnato da una crema di ricotta, che assomiglia a dei cannoli. Giunti in città, avevamo solamente un'ora di tempo per visitarla dato che il parcheggio aveva il disco orario, quindi ne approfittammo per visitare la Rocca Ariostesca, il cui nome deriva dal fatto che il borgo ospitò dal 1522 al 1525 il poeta Ludovico Ariosto, che in quel periodo aveva l'incarico di governatore della provincia estense di Garfagnana.
Lasciata la cittadina, andammo a Mologno a recuperare i pass per l'accesso alla gara del giorno dopo e, giunti quasi all'entrata del complesso de Il Ciocco, svoltammo per andare a visitare la Casa Museo adottiva di Giovanni Pascoli. Per puro culo, dato che tutto quel pomeriggio le visite al museo erano prenotate, riuscimmo a visitarlo ed è completamente uguale a come il poeta lo lasciò alla sua morte: cucina, camera da letto, biblioteca, studio, tutto. Non potendo fare foto all'interno, vi mostro però il giardino esterno dove si trova anche la tomba dell'amato cane del poeta, il quale era un animalista, e la visuale del terrazzo da cui si può ammirare anche Barga in lontananza. La visita alla casa e alla cappella familiare dove è sepolto il poeta (sopra) e la moglie (sotto) dura in totale una quarantina di minuti dato che è obbligatorio compilare tutta una serie di moduli per il Covid. La guida che abbiamo avuto è stata un po' sbrigativa e si vedeva che le informazioni ormai le aveva dette e ridette, però era veramente preparata ed è stato molto interessante venire proiettati in una dimensione risalente al XX secolo. Per ulteriori informazioni e anche qualche foto, vi rimando al sito della Fondazione Giovanni Pascoli.
Il resto del pomeriggio lo trascorremmo al Ciocco: tornati in camera ci lavammo e preparammo per la cena e poi raggiungemmo la locanda per cenare. Qui, inoltre, recuperammo i pettorali di gara per la competizione del giorno dopo e seguimmo la riunione tecnica perché eravamo arrivati con un largo anticipo. A cena presi nuovamente il risotto, come già vi avevo preannunciato, e dovetti interrompere la mia dieta basata sulle verdure alla griglia per cena perché le avevano tolte dal menu, che disgrazia! Mi rifeci allora con un'insalatona e con una fetta di apple pie e del gelato alla vaniglia che divisi con mia sorella, o per meglio dire io mangiai la torta che aveva le mele e lei prese il gelato dato che le mele non le piacciono.
Domenica 04 luglio, ore 5:45 - sveglia. Il tempo che trascorse tra la sveglia e il primo morso della colazione (non vi elencherò che cosa mangiai perché l'articolo è già lunghissimo) li passai in una specie di tranche post traumatica dovuta alla mia voglia di dormire. Comunque, si da il caso che anche quest'oggi la colazione fosse ottima ;). Dovendo partire alle 9:20 per il Trofeo del Ciocco e Valle del Serchio, con calma preparammo le valige, ci vestimmo, caricammo la macchina e iniziammo a riscaldarci. La competizione partì puntuale e ci fu da divertirsi. Il tracciato della gara junior mi piacque molto: ad una salita iniziale seguiva una discesa abbastanza ampia e non così tecnica che portava a Trepignana, poi si raggiungeva il centro di Barga e poco dopo si aveva l'inizio della Crono-scalata che portava in località Sommocolonna, dalla quale iniziava anche la Crono-discesa che si articolava sui percorsi del bike park della tenuta del Ciocco. Una gran bella gara devo dire, nella quale sono stata contenta di aver raggiunto il 1° posto nella categoria Donne Junior che mi ha permesso di guadagnarmi la maglia di leader di Coppa Toscana 2021 per quanto riguarda la mia categoria. Il tracciato era davvero duro, bisognava stare attenti e vigili in ogni momento e la crono-salita sembrava veramente infinita; mi è piaciuta molto anche la parte tecnica sui tracciati permanenti del Ciocco, quindi una vera gara da gladiatori! Finita la gara, mi lavai, restituii il chip e poi attesi l'arrivo di mio papà che non si fece attendere. Pranzammo sempre alla locanda e dopo attendemmo le premiazioni che iniziarono alle 15:00 circa. Appena terminate, partimmo subito per tornare a casa e dopo un viaggio della speranza di diverse ore, durante il quale prendemmo anche la pioggia, arrivammo a casa che era già relativamente tardi.
Così si conclude la mia narrazione e spero di non averla tirata troppo per le lunghe e che sia stata abbastanza interessante. Vi auguro buone vacanze dato che molti di voi partiranno presto visto che è quasi agosto. Un bacio, ricordatevi di lavarvi le mani,
Rolling Giada
Link utili
Dove ho alloggiato: B&B La Verbena per il mio soggiorno a Siena Il Ciocco Hotel per il mio soggiorno a Barga Mappe delle gare che ho fatto: Percorso del 1° Trofeo del Ciocco e Valle del Serchio
Siti che ho utilizzato per organizzare il mio itinerario: Visittuscany.com Il sito dei vari comuni che ho visitato (di solito hanno tutti delle sezioni dedicate a cosa vedere) Sentierelsa (presentazione) e Sentierelsa (spiegazione nel dettaglio dell'itinerario) Inoltre, vi ricordo che nella sezione del sito chiamata "La mia mappa" trovate la lista dei luoghi che ho visitato con anche una recensione abbastanza completa e potete trovarmi anche su Mapstr!
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